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Visualizzazione dei post da dicembre, 2020

Pedagogia

Aporti Bibliografia Pedagogista italiano (San Martino dell'Argine, Mantova, 1791-Torino 1858). Ordinato sacerdote nel 1815, dopo un periodo trascorso a Vienna in cui si specializzò nello studio delle Sacre Scritture, insegnò dapprima storia della Chiesa nel seminario di Cremona, poi ricevette l'incarico dal governo austriaco della direzione delle scuole elementari della provincia. Nel 1848 dovette riparare esule in Piemonte per essersi dimostrato favorevole alla  guerra d'indipendenza ; qui fu nominato senatore e, in seguito, presidente del consiglio dell'Università di Torino. Nel frattempo  Carlo Alberto  l'aveva proposto per la sede arcivescovile di Genova, ma  Pio IX  non diede la sua approvazione a causa dei legami dell'Aporti con molti liberali laici e della sua avversione ai gesuiti. Svolse un'attiva opera di educatore (nel 1847 pubblicò  Gli elementi della pedagogia ), fondando “scuole infantili” fra le quali la prima a Cremona nel 1829 e altre, in se

Pedagogia

Gabelli Aristide Aristide Gabelli   (1830-1891) può essere agevolmente considerato il   maggior pedagogista italiano del secondo Ottocento , si colloca all'interno del movimento del positivismo che rispecchia l'orientamento culturale che prese l'avvio proprio intorno alla metà dell'Ottocento. Esso si caratterizza, come dice il nome stesso del movimento, per un'attenzione ai fatti “positivi”, comprovabili, e di conseguenza fa particolare affidamento sul metodo scientifico, dedicandosi allo studio e all'analisi unicamente dei fatti concreti, senza nessuna concessione alla fantasia o ai ragionamenti metafisici che abbiamo visto essere tanto cari ai pensatori degli anni precedenti. •  Educazione, storia e società Il realismo di Gabelli porta l'autore a una forte  contestualizzazione dell'educazione,  che non viene più pensata come un sistema con valenza universale, ma  in funzione di una specifica situazione sociale, politica e culturale . Difatti Gabelli im

Sociologia

Il postmodernismo Il primo ad utilizzare il termine “ postmodernismo”   è stato  Jean-François   Lyotard , autore di “ La condizione postmoderna ” (1979). Nel corso del tempo la parola ha assunto un significato sempre più vago, anche perché è stata ripresa da diverse discipline e posta al centro di moltissime teorie. L’inciso “polemica con l’ideologia del progresso” è un diretto riferimento proprio a  Lyotard . Egli, infatti, afferma che non solo  la cultura , ma anche  la società contemporanea  sia entrata in una fase  non più descrivibile con le categorie della modernità . Ciò corrisponde al  fallimento di tutte le “grandi narrazioni”  che avevano ambito, nei decenni precedenti, a inquadrare la realtà sociale. Pensiamo solo a come  il crollo dell’URSS  abbia segnato, forse, il definitivo  tramonto dell’utopia socialista . Le cose non vanno meglio neppure per  il progressismo di matrice liberale.  Tale “crisi dei fondamenti”, però, non è nuova nella storia. La differenza con la nostra

Pedagogia

Le vie dell'alfabeto Per approfondire l’analisi dell’alfabeto teorico in pedagogia ci avvaliamo della metafora del gioco degli scacchi.   Le pedine, nella nostra metafora, rappresentano gli oggetti, ossia i processi formativi relativi ai differenti soggetti della formazione (differenti per genere uomo-donna, lingua, cultura, etnia, forme di intelligenza, stili di apprendimento), alla molteplicità dei tempi della formazione (dal momento che la vita è un continuo processo di apprendimento e formazione, tanto che si dice che per vivere occorre <<imparare a vivere>>, l'apprendimento e la formazione si propongono come processi di modificazione del comportamento, di ristrutturazione delle proprie mappe cognitive, e questo processo di cambiamento attraversa tutte le fasi della vita dall'infanzia alla giovinezza, dall'età adulta alla vecchiaia.   In tale prospettiva la formazione offre continue opportunità e svariate occasioni a tutte le fasi d'età.), alla plura

Pedagogia

 Frobel Discepolo ideale di  Pestalozzi , soprattutto per averne ereditato l’atteggiamento verso l’infanzia.  Friedrich Frobel  è nato in Turingia, la madre morì quando lui aveva nove mesi, forse fu proprio la  mancanza d’affettuose cure materne  nell’infanzia che lo spinse ad interessarsi vivacemente dell’educazione dei più piccoli. Una caratteristica di  Frobel  è  l’amore per la natura  (da piccolo lavorò presso un ispettore forestale, quindi visse maggiormente a contatto con la  natura ). Frobel , prima di conoscere la sua autentica vocazione, sperimentò  varie occupazioni  e si dedicò a  studi diversi . Venne a contatto con il  Pestalozzi  tramite un discepolo del pedagogista che lo assunse come collaboratore nella sua scuola. Soggiornò anche a Yverdon come accompagnatore di tre ragazzi della famiglia presso la quale era precettore. In seguito si dedicò nuovamente agli studi (scienze naturali, cristallografia) e divenne  assistente al Museo di mineralogia . Frobel  creò la sua  pr

Pedagogia

Bambini e donne tra Settecento e Ottocento Gli aristocratici generalmente venivano affidati a precettori, non particolarmente preparati, considerati dalla famiglia al pari dei comuni domestici, spesso sottopagati. Per i piccoli nobili l'importante era imparare il francese per conversare nei salotti e diventare veri e propri snob per differenziarsi in pubblico. Solitamente i giovani di alto lignaggio erano piuttosto ignoranti e subivano il fascino dell'esotismo, dimostrandosi interessati a tutto ciò che è estero e disprezzando ciò che veniva fatto in patria. I figli dei ricchi borghesi e dei nobili illuminati invece venivano affidati ai collegi dei gesuiti o degli scolopi, qui venivano educati alla pietà e alla disciplina rigorosa: messa quotidiana, studio del latino, dei classici e punizioni corporali educative. Le donne invece non avevano bisogno di una particolare cultura, l'opinione diffusa prevedeva che una ragazza dovesse conoscere il rosario più che i libri, la donna