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Pedagogia

 Frobel

Discepolo ideale di Pestalozzi, soprattutto per averne ereditato l’atteggiamento verso l’infanzia. Friedrich Frobel è nato in Turingia, la madre morì quando lui aveva nove mesi, forse fu proprio la mancanza d’affettuose cure materne nell’infanzia che lo spinse ad interessarsi vivacemente dell’educazione dei più piccoli. Una caratteristica di Frobel è l’amore per la natura (da piccolo lavorò presso un ispettore forestale, quindi visse maggiormente a contatto con la natura).

Frobel, prima di conoscere la sua autentica vocazione, sperimentò varie occupazioni e si dedicò a studi diversi. Venne a contatto con il Pestalozzi tramite un discepolo del pedagogista che lo assunse come collaboratore nella sua scuola. Soggiornò anche a Yverdon come accompagnatore di tre ragazzi della famiglia presso la quale era precettore. In seguito si dedicò nuovamente agli studi (scienze naturali, cristallografia) e divenne assistente al Museo di mineralogia.

Frobel creò la sua prima istituzione educativa, perché si doveva occupare dell’educazione di cinque nipotini. Nasce così l’Istituto generale tedesco di educazione, una scuola, che nonostante il nome importante contava di solo cinque alunni. In seguito la scuola venne ingrandita e venne cambiata la sede, ma non ebbe lunga durata, un po’ per difetti amministrativi e un po’ per l’ostilità locale. In seguito Frobel fece varie esperienze in Svizzera e in Germania (anche lui diresse un orfanotrofio a Burgdorf), nel frattempo aveva pubblicato la sua opera più importante, “L’educazione dell’uomo”.

 A Blankenburg nel 1837 ebbe vita il primo istituto d’educazione per bambini al disotto dei sei anni, quello che avrebbe chiamato nel 1840 Giardino d’infanzia. Lo stesso anno Frobel creava la prima scuola per Maestre Giardiniere (il paragone tra educatore e giardiniere è stato utilizzato per la prima volta da Pestalozzi).

La fama di Frebel aumentò al punto che veniva salutato come caposcuola, ma nel 1851, la Prussia decretò la chiusura dei Giardini d’infanzia, perché impostati su di un’educazione “atea” e “socialista”. Era in pratica un’accusa di liberalismo, probabilmente alimentato dal fatto che durante la rivoluzione, i maestri progressisti si erano stretti intorno a Frobel, anche se la sua figura non suggeriva affatto idee sovversive. Frobel morì nel 1852.La sua istituzione sopravvisse a lungo e si diffuse un po’ ovunque in Europa e anche in America. In Germania i Giardini d’infanzia vennero riaperti dopo il 1860. In Italia il froebelismo godette di particolare favore dopo l’unità, ma si andò gradualmente sostituendo al metodo aportiano. La pedagogia e la didattica di Frobel, sono la derivazione di una concezione generale della realtà, che gli viene suggerita in parte dal sentimento e in parte dalla corrente idealistico-romantica del tempo. Vede la natura e l’uomo come manifestazione dell’Assoluto. Nell’uomo che è l’espressione più alta della realtà, perché dotato di coscienza, è presente un’energia creatrice simile a quella di Dio. Quest’energia si esprime soprattutto con il lavoro, che è l’espressione del divino presente nell’uomo. Lo stesso si può dire per il gioco del bambino, anche questo è l’espressione del suo spirito creativo, l’attività esclusiva e preminente nella quale lo spirito del bambino si manifesta. L’educazione si compie attraverso varie fasi, ciascuna delle quali condiziona la seguente, ma ognuna è valida e importante per se stessa. Non si può diventare veri uomini se non si è stati veramente bambini. Si comprende come per Frobel sia importante l’infanzia e il gioco, che ne è la manifestazione più genuina. Ogni età ha le sue caratteristiche e il suo valore, non soltanto in vista dello sviluppo futuro, ma anche nel momento in cui si attua.

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