Società postmoderna
Secondo gli esponenti più notevoli, il postmodernismo “filosofico” risulta dallo ‘scetticismo verso le metanarrazioni o qualunque cosa definisca l’idea di una spiegazione onnicomprensiva e totalizzante; dall’eterotopia, ovvero la connessione con diversi spazi che neutralizza o inverte l’insieme dei rapporti da essi stessi designati‘.
A partire dall’inizio degli anni settanta la visione moderna di progresso ineluttabile, scoperte scientifiche e di libertà dalle oppressioni ha lasciato il posto alla celebrazione dello scetticismo, della sovversione, dell’ironia, del paradosso, dello spettacolo e dall’ostilità per le generalizzazioni.
Tali rovesciamenti hanno avuto considerevoli effetti in tutti i campi prima citati, nella filosofia si è abbandonato il rigore del pensiero logico per lasciar spazio al neo-pragmatismo; nel campo scientifico le certezze raggiunte hanno aperto nuovi quesiti sull’indeterminatezza del mondo naturale e la prossimità con il mondo spirituale; nelle arti la distanza tra arte elevata ed arte profana si è contratta sempre più; in management si predilige la flessibilità alla specializzazione e si diffondono organizzazioni sempre meno gerarchiche.
Come affermato da Weber, “la struttura latente del postmoderno è il reincantamento del mondo, dopo che il moderno, con le sue leggi, le sue regole, il calcolo razionale l’estrapolazione lineare, la scienza, aveva sottratto alla mente, ma soprattutto ai cuori, la possibilità di porsi stupiti e ammirati davanti alla vita”.
I postmodernisti si rifiutano di imporre ordine e coerenza assoluta su una realtà frammentata e caotica; piuttosto accettano la limitatezza della conoscenza e vogliono compiacersi della contingenza, della diversità del mondo, sentirsi a proprio agio nell’incertezza, imparare a vivere senza soluzioni definitive.
L’approdo all’era postmoderna ha necessariamente significato un profondo mutamento della struttura e delle dinamiche dei paesi industrializzati.
La postmodernità lascia spazio a nuove forme di socialità, di riaggregazione sociale, non più legate a meccanismi contrattuali. Viene superata l’idea illuminista di progresso (uno dei cardini dell’epoca moderna), per lasciar spazio ad una emancipazione e ad un miglioramento continuo proiettato ad un incessante processo di miglioramento e di accumulazione del sapere.
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